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Ettore Spalletti.
A documentary film
ETTORE SPALLETTI - Allora quella è l’arteETTORE SPALLETTI - A Campo ImperatoreETTORE SPALLETTI - Lo studio di Cappelle sul TavoETTORE SPALLETTI - Germano Celant su Ettore Spalletti e Giorgio Morandi-
“Non lo so, forse perdo tempo sempre o non perdo tempo mai… Perdere tempo cosa significa? Se significa fare qualcosa, allora di tempo forse ne perdo tanto, però non mi sembra di perdere tempo. Spesso arrivo in studio mi siedo qui e sto fino alla sera. Allora sembra come un dolce far niente, invece so che da questi momenti nascono altri momenti. (...) La spiritualità è in qualsiasi uomo, no? Il bisogno di spiritualità, e quindi il bisogno di raccogliersi, come quando chiudi gli occhi ed è come se tenessi tutto il pensiero dentro.”
Ettore Spalletti in conversazione con Alessandra Galletta durante le riprese del film
Nel documentario, davanti alla macchina da presa di Alessandra Galletta, Spalletti parla della propria arte affrontando i temi dell’atto creativo, della sua passione per la pittura e la scultura, del fascino che nutre per la tradizione, del rapporto con il suo studio e le sue opere. Il film si snoda così tra il suo racconto e quello di alcune persone a lui vicine, tra le quali la moglie Patrizia Leonelli Spalletti, sua nipote la gallerista Benedetta Spalletti, la sua assistente personale Azzurra Ricci, la gallerista Lia Rumma, Andrew Leslie Heyward di Marian Goodman Gallery, il curatore Germano Celant. Si svela così la figura di un artista lontano dai clamori del mainstream dell’arte internazionale, le cui opere nascono in stretta connessione con i luoghi della sua vita e con la storia, le forme e i colori del paesaggio abruzzese che lo circonda, come, ad esempio, i pascoli dell’altopiano di Campo Imperatore e le antiche abbazie benedettine della regione, tra cui la straordinaria San Clemente a Castiglione di Casauria. Da sempre Spalletti è stato affascinato dalla loro essenzialità e semplicità, dalla luce, dall’atmosfera accogliente che vi si respira. Che si tratti di un dipinto, di una scultura o di un’installazione, la sua opera si nutre del culto della bellezza, intesa quale perfetta misura rinascimentale dello spazio-colore, del bisogno di essere accogliente, sacra e spirituale, del rapporto con l’ambiente circostanti. “Ma sai una cosa?” afferma seduto nel suo studio: “l’arte non ha bisogno dell’intelligenza, del racconto intelligente. Si libera di tutto per trovare il proprio dono dell'arte”.
Credits
Soggetto, sceneggiatura e regia: Alessandra Galletta
Riprese: Andrea Giannone, Domenico Catano, Alessandro Petrini, Matilde Sambo
Fotografia: Andrea Giannone
Montaggio: Andrea Giannone, Maria Teresa Soldani
Musiche: Ludovico Einaudi, Stefano Tore
Anno: 2019
Durata: 89’
Una produzione LaGalla23
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